Titolo
originale: Drive
Nazione:
U.S.A.
Anno:
2011
Genere:
Azione, Drammtico
Durata:
104'
Regia:
Nicolas Winding Refn
Sito
ufficiale: http://www.drive-movie.com/
Sito
italiano: www.driveilfilm.it
Cast:
Ryan Gosling, Carey Mulligan, Christina Hendricks, Ron Perlman,
Bryan Cranston, Albert Brooks, Oscar Isaac, Tina Huang, Joe Pingue,
Cesar Garcia, James Biberi, Tiara Parker
Produzione:
Bold Films, Odd Lot Entertainment, Marc Platt Productions, Seed
Productions
Distribuzione:
01 Distribution
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È proprio come un
buon cocktail: sceneggiatura gasante, montaggio adrenalinico, musica di
suspense e, perché no, un po’ di &americano&. Come si
sa, oggi giorno è assai difficile trovare un film di stampo
hollywoodiano che si distacchi dai classici canoni anni ’70, per
avviarsi sul sentiero del film di genere senza però che la critica
asserisca &è il solito film americano&. Giorno dopo
giorno, infatti, assistiamo all’uscita in sala di pellicole
apparentemente simili ma diverse, perché ormai la bravura del regista
sta (deve stare) in questo: prendere i soliti ingredientidi trama,
musiche e inquadrature (già viste, già sentite), e agitare l’intruglio
in un nuovo cocktail prelibato, con le giuste dosi, nella giusta
maniera. Nicolas Winding Refn sembra essersi guadagnato così la Palma
d’oro a Cannes per la Miglior Regia col film Drive, in uscita nelle
sale il prossimo 30 settembre. Dal budget relativamente basso (intorno
ai 15 milioni di dollari), il film non presenta detonazioni e
soprattutto, nessuna corsa, o almeno, nessuna gara di velocità. Perché
seppur il titolo faccia pensare a questo, Driveè invece un film sui
sentimentalismi e sui rapporti interpersonali. La storia, certo, quella
lontanamente vorrebbe spostarsi sul versante delle corse di cui ci vien
detto poco: forse saranno legali, magari clandestine, quel che si sa è
che faranno guadagnare parecchio; ma non è lì che Drive vuole arrivare.
&Driver& (mi riferisco così a lui perché non verrà mai
chiamato per nome), interpretato da un po’ troppo neutro Ryan Gosling,
è un giovane che si guadagna da vivere facendo lo stuntman ad Hollywood
di giorno, e l’autista per rapinatori di notte. Come di mattina può
ribaltarsi in una vettura sottostando alle volontà dei registi per i
quali lavora, di notte è lui il padrone, è lui che detta le regole, è
lui che scrive la sceneggiatura della sua vita notturna, perché ne va
della sua professionalità: non lo si rintraccia mai due volte sullo
stesso telefono; è concentrato e taciturno quando è in azione; ha
pianificato tutto, eppure sembra ricercare continuamente una nuova via
d’uscita, e infine, necessita sempre di auto modificate perché non
pochi sono gli inseguimenti in cui è chiamato in causa. Gran parte del
film, infatti, si svolge in auto o in un’officina, gran parte della
storia viene raccontata o snodata tra i sedili di una vettura. Ma
questo è a dir poco ovvio, altrimenti Drive sarebbe un titolo
inopportuno. Ed è proprio a bordo di un’auto rubata che comincia
l’avventura, l’unica per la quale Driver sarebbe disposto a mettere in
gioco la sua stessa vita, ad aspettare quel &minuto in
più& per salvare la donna che silenziosamente ama,
catapultandosi in un gesto un po’ troppo altruistico che spinge il suo
amico Shannon (Bryan Cranston) ad affermare: &Conosco tanti
uomini che se la fanno con donne sposate, ma tu sei il primo che rapina
un negozio per dare una mano al marito&. Basato su una
sceneggiatura povera di dialoghi e di lunghe pause tra una battuta e
l’altra, Refn dimostra di essersi meritato il premio riuscendo a non
far pesare i silenzi grazie agli efficaci sottofondi bassi che
riempiono l’atmosfera della giusta dose di imprevedibilità. Perché
nella malavita californiana niente è mai sicuro, di nessuno ci si può
fidare, e perché, in questo clima, l’inatteso, Refn, sa come farlo
arrivare: un’esplosione, uno sparo, che giunge dopo aver dissolto
gradatamente le note basse sul silenzio senza che nessuno se ne sia
reso conto. È così che il regista ha lavorato, servendo a tutti il suo
eccitantecocktail d’azione. |