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STORIA DEL TEATRO SOCIALE DI AMELIA
Nel 1780 un gruppo di nobili e di borghesi della
città di Amelia, allora fiorente centro dello Stato della Chiesa, di secolari
tradizioni culturali, si riunì deciso ad uno sforzo comune per costruire un
nuovo Teatro.Tra i maggiorenti prevalse nettamente l'idea
di realizzare subito e con denaro privato il nuovo Teatro, dove popolo e
aristocrazia, il Ceto Civico e il Ceto Nobile, continuassero insieme a godersi
le "arie" dell'egemone melodramma italiano, i minuetti e le danze che venivano
dalla Francia, le pantomime e i battibecchi che, col vecchio Goldoni,
perpetuavano la tradizione nostrana della Commedia dell'Arte. Il 23 febbraio 1782 si tenne la
"congragazione" di fondazione, presieduta dal Marchese Orso Orsini, cui
parteciparono i primi 27 soci, subito portati a 36. Il progetto e la direzione dei lavori furono
affidati al Conte Stefano Cansacchi, architetto assai stimato anche oltre i
confini dello Stato, esponente dell'Accademia perugina del Disegno, di cui
faceva parte anche il giovanissimo Gian Antonio Selva, il quale dieci anni dopo,
avrebbe realizzato a Venezia, appena trentanovenne, il Teatro della Fenice,
straordinariamente simile all'architettura, nell'impostazione e persino nella
decorazione al modello amerino. I lavori, con la spesa di 4.000 scudi
cominciarono subito e nel 1783 la struttura essenziale era eretta (tale infatti
è la data indicata sulla trabeazione dell'ingresso principale, che reca il moto
dedicatorio "HONESTO CIVIUM OBLECTAMENTO"). Numerosi sono stati gli interventi di
ammodernamento e restauro, che si sono succeduti negli oltre due secoli di vita
del Teatro. Nel 1823 fu aperta la fossa orchestrale o "golfo mistico", per
rispondere alle esigenze imposte dal nuovo modello di opera lirica. Nel 1866, eliminate due grandi statue che
erano state poste dal Cansacchi ad ornamento dei due lati del proscenio, furono
realizzati gli attuali sei palchi di proscenio, che, in aggiunta ai 44
preesistenti, portarono il numero totale dei palchi ai 50 attuali, distribuiti
sui tre ordini (17 per ciascun ordine, con lo spazio centrale del primo ordine
occupato dalla porta d'ingresso) oltre all’ampio loggione . Negli anni tra il
1880 e il 1886 tra l'altro, furono eseguite le decorazioni e gli affreschi, che
tuttora mirabilmente ornano il Teatro, ad opera di Domenico Bruschi, artista
assai celebrato per i suoi interventi in altri teatri, tra cui il Caio Melisso
di Spoleto, e in edifici pubblici e privati. A lui si deve anche lo stupendo
telone raffigurante il leggendario assedio di Amelia da parte del Barbarossa,
che si affiancò all'altro preziosissimo, di squisita fattura settecentesca, ed
il vivace affresco, che decora la volta della sala principale.Nel 1912-1913 il Teatro venne dotato di
illuminazione elettrica. I lavori di ristrutturazione eseguiti tra il 1982 e
il 1985, con un ingente contributo da parte della Società Teatrale, hanno
consentito di ottenere il parere favorevole della Commissione Provinciale di
Vigilanza sui pubblici spettacoli e quindi, dicembre 1995, l'agibilità dei
locali ai sensi della legge. L’ultimo restauro terminato nel 2006 ha
consentito il recupero dello spazio esterno adattato a teatro all’aperto (220
posti ca.) e comprendente il belvedere sottostante la splendida vallata nonché,
nel sotterraneo, una nuova sala del ridotto debitamente attrezzata di tutti i
confort. Il teatro amerino costituisce uno dei rari
residui esemplari di teatro settecentesco realizzato interamente in legno, dalle
strutture ai meccanismi scenici tuttora perfettamente funzionanti, nel corso
della sua storia. Il Teatro, tutt’oggi di proprietà della stessa Società
Teatrale sorta per la sua realizzazione, ha ospitato tutte le maggiori opere
liriche del repertorio italiano settecentesco ed ottocentesco, con la
partecipazione dei più grandi artisti italiani e stranieri, nonché spettacoli di
musica sinfonica e cameristica. Da menzionare anche l’ampio palcoscenico, di
notevole altezza utilizzato come scenografia per 42 film alcuni celeberrimi come
il “Marchese del Grillo” con A. Sordi o il “Pinocchio” di Comencini con N.
Manfredi. Il Ministero dei Beni Culturali a dichiarato
il Teatro di Amelia monumento di particolare interesse storico ed
artistico.
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